Porti
ravenna
12 giugno 2015
Di Marco replica e parla della posizione di Sapir e Cmc
12 giugno 2015 - ravenna - In serata la replica del presidente dell'Autorità portuale, Galliano Di Marco. "Tutti sanno che quel Progetto di escavo, prevedeva lo svuotamento delle casse di colmata di proprietà Sapir, piene già dal 2011, un anno prima del mio arrivo, e che adesso sono l’oggetto dell’indagine penale della Procura della Repubblica di Ravenna. D’altra parte gioverà ricordare che l’Autorità Portuale di Ravenna è l’unica Autorità Portuale in Italia che non ha nè terreni nè casse di colmata di sua proprietà e che, dall’anno della sua creazione, è stata costretta ad affittare le casse di colmata del “privato” Sapir, nelle quali sono confluiti i dragaggi del Porto di Ravenna sino al 2011. Se, come sostiene la Procura della Repubblica, la gestione di quei dragaggi/rifiuti da parte di chi li ha prodotti o di chi li detiene è stata “irregolare”, l’Autorità Portuale è parte lesa e al momento opportuno chiederà i danni a chi di dovere".
Aggiunge Di Marco: "Adesso non è più tempo per le parole e spero di non dover perdere altro tempo a replicare a tutti gli attacchi che quotidianamente ricevo sulla stampa locale. Nelle ultime settimane ho fatto incontri continui con la Struttura Tecnica di Missione, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, il Ministero dell’Ambiente e tutti gli altri Enti che devono approvare il Progetto.
A tutti questi Enti ho dato adeguata informativa sull’avviso di garanzia da me ricevuto e sul sequestro della cassa di colmata di Trattaroli di proprietà della Sapir spa.
Sto concordando di rimodulare il Progetto Hub tenendo conto degli effetti dell’indagine della Procura in modo che i magistrati possano lavorare serenamente prendendosi tutto il tempo necessario per accertare le responsabilità penali e l’Autorità Portuale possa portare a buon fine il Progetto Hub Portuale di Ravenna con o senza le attuali casse di colmata: le due cose (indagine e approvazione Progetto Definitivo Hub) sono assolutamente compatibili.
Una cosa è sicura: Sapir, CMC e gli altri privati detentori del materiale di dragaggio presente, ormai dal 2011, nelle attuali casse di colmata dovranno regolarizzare la situazione a loro cura e spese.
Parallelamente stiamo lavorando ad un “Piano B” da realizzare in alternativa o ad integrazione del Progettone, che resta, al netto del problema delle casse di colmata, la migliore soluzione agli attuali problemi del Porto di Ravenna. Contiamo nel giro di un paio di mesi di presentare in Comitato Portuale e agli Enti con i quali, per legge, ci dobbiamo confrontare, il lavoro che stiamo portando avanti e, d’intesa con il nostro Comitato Portuale e con il Ministero vigilante, definiremo la soluzione migliore per il salvataggio e lo sviluppo del Porto di Ravenna".
© copyright Porto Ravenna News
Aggiunge Di Marco: "Adesso non è più tempo per le parole e spero di non dover perdere altro tempo a replicare a tutti gli attacchi che quotidianamente ricevo sulla stampa locale. Nelle ultime settimane ho fatto incontri continui con la Struttura Tecnica di Missione, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, il Ministero dell’Ambiente e tutti gli altri Enti che devono approvare il Progetto.
A tutti questi Enti ho dato adeguata informativa sull’avviso di garanzia da me ricevuto e sul sequestro della cassa di colmata di Trattaroli di proprietà della Sapir spa.
Sto concordando di rimodulare il Progetto Hub tenendo conto degli effetti dell’indagine della Procura in modo che i magistrati possano lavorare serenamente prendendosi tutto il tempo necessario per accertare le responsabilità penali e l’Autorità Portuale possa portare a buon fine il Progetto Hub Portuale di Ravenna con o senza le attuali casse di colmata: le due cose (indagine e approvazione Progetto Definitivo Hub) sono assolutamente compatibili.
Una cosa è sicura: Sapir, CMC e gli altri privati detentori del materiale di dragaggio presente, ormai dal 2011, nelle attuali casse di colmata dovranno regolarizzare la situazione a loro cura e spese.
Parallelamente stiamo lavorando ad un “Piano B” da realizzare in alternativa o ad integrazione del Progettone, che resta, al netto del problema delle casse di colmata, la migliore soluzione agli attuali problemi del Porto di Ravenna. Contiamo nel giro di un paio di mesi di presentare in Comitato Portuale e agli Enti con i quali, per legge, ci dobbiamo confrontare, il lavoro che stiamo portando avanti e, d’intesa con il nostro Comitato Portuale e con il Ministero vigilante, definiremo la soluzione migliore per il salvataggio e lo sviluppo del Porto di Ravenna".
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