Porti
ravenna
25 novembre 2013
Il Rina punta sull'ingegneria
Il Presidente e ad Salerno illustra le attività e le strategie di crescita del Gruppo
![Il Rina punta sull'ingegneria](/file/articoli/th/articoli_53.jpg)
25 novembre 2013 - ravenna - La presenza del Presidente e a.d. del Rina, Ugo Salerno, alla Gesmar di Ravenna per la consegna della certificazione di qualità Best 4, è stata l’occasione per fare il punto sulla nuova dimensione del Gruppo.
Salerno, cavaliere del lavoro, è stato nove anni a Ravenna, in Fermar dal 1980 al 1988, e poi di nuovo dal ‘94 al ‘95.
E’ nel Rina dal giugno 2002.
“Il Rina è presente oggi in 53 nazioni diverse – spiega Salerno - con circa 150 uffici. Il Gruppo, in cui i dipendenti hanno un’età media di 39 anni, lavora essenzialmente in due aree: una è quella tradizionale della classificazione navale e della certificazione in generale; l’altra area è quella dell’ingegneria, che soltanto in minima parte è progettazione.
Si tratta, infatti, di una ingegneria legata alla consulenza, alla valutazione dei progetti, all’impatto ambientale, alle analisi geotecniche e a tutto quello che è legato all’avvio di una iniziativa che può essere un impianto o anche lo studio del suo impatto sulla società e sulle persone”.
Il Rina si è sviluppato molto negli ultimi anni: nel 2003 occupava 700 persone e aveva 90 milioni di fatturato; oggi è triplicato di dimensioni, sia di dipendenti sia di attività.
“Siamo un Gruppo – aggiunge Salerno - che ha un buon ritorno economico e che reinveste nella ricerca, nello sviluppo e nella formazione delle persone; ad esempio, quest’anno sono state 155mila le ore di formazione dei nostri colleghi.
Abbiamo 2200 dipendenti a tempo indeterminato, ma la nostra forza lavoro è di circa 3500 persone, con colleghi che lavorano a contratto su opere o su progetti specifici.
I settori in cui siamo impegnati oggi sono essenzialmente quattro. I due maggiori fanno riferimento al mondo dell’energia e l’altro al mondo marittimo, che rappresentano un terzo a testa dell’attività. Il rimanente terzo è suddiviso tra attività di certificazione e attività nell’area delle infrastrutture e trasporti, esclusi quelli marittimi che fanno parte del settore marittimo; quindi, essenzialmente treni sia a lunga percorrenza sia metropolitani con una particolare competenza nei sistemi che si chiamano driverless, cioè senza guidatore, un settore che ci vede impegnati in tutto il mondo”.
“In generale, uno dei nostri elementi di forza - conclude Salerno - è l’attenzione
all’ambiente e all’innovazione.
Noi oggi siamo la prima realtà privata nel settore della ricerca in Italia, dopo il centro ricerche Fiat. Lavoriamo tanto su progetti di ricerca europei e molto anche per operatori privati, per i quali facciamo essenzialmente quello che si chiama trasferimento tecnologico, o ricerca di tecnologia, cioè trasferimento di tecnologie molto complicate, applicate in aree come ad esempio l’aerospazio, ad attività più tradizionali. La nostra caratteristica è lavorare sull’innovazione di prodotto.
I piani per il futuro sono piani di crescita, la nostra attività è per il 55% in Italia e 45% all’estero. Pensiamo che l’attività estera continuerà a crescere e l’attività italiana per lo meno a mantenersi: speriamo di far crescere anche questa, se cresce l’Italia”.
© copyright Porto Ravenna News
Salerno, cavaliere del lavoro, è stato nove anni a Ravenna, in Fermar dal 1980 al 1988, e poi di nuovo dal ‘94 al ‘95.
E’ nel Rina dal giugno 2002.
“Il Rina è presente oggi in 53 nazioni diverse – spiega Salerno - con circa 150 uffici. Il Gruppo, in cui i dipendenti hanno un’età media di 39 anni, lavora essenzialmente in due aree: una è quella tradizionale della classificazione navale e della certificazione in generale; l’altra area è quella dell’ingegneria, che soltanto in minima parte è progettazione.
Si tratta, infatti, di una ingegneria legata alla consulenza, alla valutazione dei progetti, all’impatto ambientale, alle analisi geotecniche e a tutto quello che è legato all’avvio di una iniziativa che può essere un impianto o anche lo studio del suo impatto sulla società e sulle persone”.
Il Rina si è sviluppato molto negli ultimi anni: nel 2003 occupava 700 persone e aveva 90 milioni di fatturato; oggi è triplicato di dimensioni, sia di dipendenti sia di attività.
“Siamo un Gruppo – aggiunge Salerno - che ha un buon ritorno economico e che reinveste nella ricerca, nello sviluppo e nella formazione delle persone; ad esempio, quest’anno sono state 155mila le ore di formazione dei nostri colleghi.
Abbiamo 2200 dipendenti a tempo indeterminato, ma la nostra forza lavoro è di circa 3500 persone, con colleghi che lavorano a contratto su opere o su progetti specifici.
I settori in cui siamo impegnati oggi sono essenzialmente quattro. I due maggiori fanno riferimento al mondo dell’energia e l’altro al mondo marittimo, che rappresentano un terzo a testa dell’attività. Il rimanente terzo è suddiviso tra attività di certificazione e attività nell’area delle infrastrutture e trasporti, esclusi quelli marittimi che fanno parte del settore marittimo; quindi, essenzialmente treni sia a lunga percorrenza sia metropolitani con una particolare competenza nei sistemi che si chiamano driverless, cioè senza guidatore, un settore che ci vede impegnati in tutto il mondo”.
“In generale, uno dei nostri elementi di forza - conclude Salerno - è l’attenzione
all’ambiente e all’innovazione.
Noi oggi siamo la prima realtà privata nel settore della ricerca in Italia, dopo il centro ricerche Fiat. Lavoriamo tanto su progetti di ricerca europei e molto anche per operatori privati, per i quali facciamo essenzialmente quello che si chiama trasferimento tecnologico, o ricerca di tecnologia, cioè trasferimento di tecnologie molto complicate, applicate in aree come ad esempio l’aerospazio, ad attività più tradizionali. La nostra caratteristica è lavorare sull’innovazione di prodotto.
I piani per il futuro sono piani di crescita, la nostra attività è per il 55% in Italia e 45% all’estero. Pensiamo che l’attività estera continuerà a crescere e l’attività italiana per lo meno a mantenersi: speriamo di far crescere anche questa, se cresce l’Italia”.
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