Porti
ravenna
23 ottobre 2015
Cgil contro tutti: "I litigi minano il lavoro
"Un paradosso: siamo l'unico porto ad avere 230 milioni e a non spenderli"
23 ottobre 2015 - ravenna - La preoccupazione per il futuro dello scalo marittimo ravennate, espressa già da tempo da Cgil e Filt Cgil Ravenna, viene "purtroppo ravvivata dalle polemiche istituzionali, fuori luogo, accese in questi giorni".
"Cgil e Filt - affermano Costantino Ricci e Danilo Morini - richiamano tutti gli attori della vicenda a rimettere al centro della discussione lo sviluppo economico e occupazionale della città e gli indifferibili interventi di approfondimento del canale e di realizzazione delle banchine, senza i quali il nostro scalo portuale perderà inevitabilmente competitività e traffici mettendo in pericolo la continuità occupazionale e lo sviluppo di un'area che va ben oltre i confini della provincia.
A nessuno può essere concesso di giocare sulla pelle e sul futuro dei lavoratori portuali e sullo sviluppo occupazionale ed economico della città.
Cgil e Filt da tempo hanno denunciato le assurde difficoltà che si stavano manifestando.
Siamo l'unica realtà del paese, in una fase di risorse limitate, ad avere a disposizione un ingente budget dedicato ad un unico sito produttivo (oltre 230 milioni di euro) e rischiamo una manifesta incapacità di progettare e di metterlo a frutto.
Non ci appassiona attribuire colpe o virtù, ma quello che si sta profilando è indubbiamente il segnale di un fallimento".
"Cgil e Filt ribadiscono la necessità della costituzione immediata di un tavolo di confronto che raccolga tutti i soggetti istituzionali e le rappresentanze sociali e di impresa, per operare una scelta, unica e condivisa, che consenta di fare quanto necessario per il porto, lo sviluppo, l'occupazione e l'economia del territorio.
Occorre condividere un progetto di intervento e di escavi, finalmente fattibile, nel rispetto delle norme, che veda la necessaria convergenza di tutte le realtà coinvolte.
Chiediamo un progetto condiviso da tutte le istituzioni, dalle rappresentanza del lavoro e dell'impresa e non una sterile contrapposizione.
Noi lo chiediamo e la città lo pretende.
Il sindacato ribadisce, infine, la massima fiducia per la competenza espressa dal personale dipendente dell'Autorità Portuale, in questa difficile situazione. A nessuno può essere concesso di strumentalizzare i lavoratori dell'Autorità Portuale e il loro qualificato apporto professionale per sostenere questa o quella tesi.
Un progetto condiviso, tecnicamente e giuridicamente fattibile, avvalorato da tutte le istituzioni è l'unica via possibile per dare la giusta risposta alla città, al lavoro e allo sviluppo".
© copyright Porto Ravenna News
"Cgil e Filt - affermano Costantino Ricci e Danilo Morini - richiamano tutti gli attori della vicenda a rimettere al centro della discussione lo sviluppo economico e occupazionale della città e gli indifferibili interventi di approfondimento del canale e di realizzazione delle banchine, senza i quali il nostro scalo portuale perderà inevitabilmente competitività e traffici mettendo in pericolo la continuità occupazionale e lo sviluppo di un'area che va ben oltre i confini della provincia.
A nessuno può essere concesso di giocare sulla pelle e sul futuro dei lavoratori portuali e sullo sviluppo occupazionale ed economico della città.
Cgil e Filt da tempo hanno denunciato le assurde difficoltà che si stavano manifestando.
Siamo l'unica realtà del paese, in una fase di risorse limitate, ad avere a disposizione un ingente budget dedicato ad un unico sito produttivo (oltre 230 milioni di euro) e rischiamo una manifesta incapacità di progettare e di metterlo a frutto.
Non ci appassiona attribuire colpe o virtù, ma quello che si sta profilando è indubbiamente il segnale di un fallimento".
"Cgil e Filt ribadiscono la necessità della costituzione immediata di un tavolo di confronto che raccolga tutti i soggetti istituzionali e le rappresentanze sociali e di impresa, per operare una scelta, unica e condivisa, che consenta di fare quanto necessario per il porto, lo sviluppo, l'occupazione e l'economia del territorio.
Occorre condividere un progetto di intervento e di escavi, finalmente fattibile, nel rispetto delle norme, che veda la necessaria convergenza di tutte le realtà coinvolte.
Chiediamo un progetto condiviso da tutte le istituzioni, dalle rappresentanza del lavoro e dell'impresa e non una sterile contrapposizione.
Noi lo chiediamo e la città lo pretende.
Il sindacato ribadisce, infine, la massima fiducia per la competenza espressa dal personale dipendente dell'Autorità Portuale, in questa difficile situazione. A nessuno può essere concesso di strumentalizzare i lavoratori dell'Autorità Portuale e il loro qualificato apporto professionale per sostenere questa o quella tesi.
Un progetto condiviso, tecnicamente e giuridicamente fattibile, avvalorato da tutte le istituzioni è l'unica via possibile per dare la giusta risposta alla città, al lavoro e allo sviluppo".
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