sicurezza e cambiamento

Porti

ravenna 11 dicembre 2015

"Voltiamo pagina con proposte di rilancio"

Confidustria presenterà uno studio di Nomisma

11 dicembre 2015 - ravenna - Consueto incontro con la stampa di fine anno per Confindustria Ravenna. Tra i temi più diffusamente trattati, quelli relativi al porto."Vorrei  soffermarmi - ha detto il presidente Ottolenghi - sullo sforzo della nostra associazione per assicurare quanto meno un dibattito sullo sviluppo del nostro porto, perché il suo futuro è vitale per le nostre aziende, ed esso è una infrastruttura strategica per il Paese e non solo per Ravenna. Perciò il porto ha assoluto bisogno di una guida rispettata nell’ambiente portuale, che eserciti buon senso, che faccia quel che dice e dica quel che fa.

Al contrario secondo noi in questi ultimi tre anni abbiamo assistito a una progettualità, legata all’escavo dei fondali, illogica, contradditoria e sempre mutevole. Penso che nessuno di voi si stupisca di queste parole, perché le dico da lungo tempo, quando ero l’unico ed apparentemente inascoltato. In risposta alle nostre critiche ed ai nostri quesiti ho ricevuto pesanti attacchi personali e accuse di conflitto di interessi. 

Senza sottovalutare l’importanza del tema del conflitto di interessi, esso è ben regolato da leggi, e non va usato per sottrarsi ad uno scrutinio democratico, e per sopprimere qualunque dibattito. E questo è il tema che credo vada meditato: abbiamo vissuto un periodo in cui porre un quesito al manovratore era già di per sé bollato come un sabotaggio. Molti operatori erano intimoriti a far sentir le loro opinioni. Questo non è bene per nessuno, nemmeno per chi ha la responsabilità di governare il porto. Mi pare, per il bene della nostra comunità, che quella fase sia alle nostre spalle.

La parabola degli escavi sta tra gli annunci del 2012, che l’escavo sarebbe cominciato in pochi mesi e che se non si avviava Di Marco avrebbe subito e coerentemente rassegnato le dimissioni, le successive complicazioni, determinate anche dalla amministrazioni locali e da diverse interpretazioni della normativa e delle autorizzazioni della normativa, il progetto “unico e senza alternative” del 2014, l’alternativa con le casse di colmata sui moli di agosto del 2015, che secondo l’AP si poteva fare senza VIA, e la constatazione successiva che occorresse una VIA e un minimo di consenso della cittadinanza.

Il progetto del 2014 era inoltre basato su un faraonico e inattuabile piano di logistica, con espropri per 220 ettari di terreni: decine di milioni di denaro pubblico investito in una operazione non indispensabile e con una tempistica non prevedibile, se non in termini di anni e anni. Oltre alla sua inerente debolezza, da noi denunciata subito, esso introduceva una soppressione dei diritti di proprietà non giustificata e contro la quale la nostra associazione si batterà sempre, per tutelare il libero mercato dalle manipolazioni della politica

Anche il progetto del 2015, per la parte che riguarda la collocazione dei materiali di escavo, ha incontrato delle enormi, ma prevedibili, difficoltà. Al punto che il ministro Delrio ha costituito a Roma una cabina di regia apposita per il porto di Ravenna.

Come Confindustria non ci siamo limitati ad esprimere i nostri dubbi: abbiamo allora scelto la strada di cercare di offrire una soluzione al problema, consapevoli che il nostro ruolo deve essere quello di indicare gli errori, quando ve ne sono, ma anche di offrire soluzioni.

Abbiamo quindi affidato a Nomisma uno studio sullo sviluppo competitivo del Porto di Ravenna che ci aiuti ad identificarne le potenzialità in un settore, quello del trasporto marittimo, che a livello mondiale ha continuato a crescere malgrado tutto. E che, nell’ambito di questa riflessione più ampia, ci aiutasse anche ad inquadrare delle soluzioni possibili per la sorte delle sabbie da escavo. Perché, non dimentichiamolo mai, gli escavi non sono il fine ma il mezzo per mantenere competitivo il nostro scalo.

Se questi anni hanno spaccato la comunità portuale e allontanato le Istituzioni e i cittadini dal porto per la inconcludenza e conflittualità del processo, per i sospetti sempre alimentati che ognuno si muovesse per interessi inconfessati mentre il solo custode del bene pubblico era l’Autorità Portuale, noi speriamo che questo studio, che non è un progetto, ma che inquadra diverse possibili soluzioni sia progettuali che collocamento dei fondali, basandosi sulle norme vigenti e sull’esperienza di molti altri porti italiani ed europei, offra la possibilità di un dibattito più serio e sereno e di una rinnovata unità di intenti del nostro territorio per avere un porto efficiente e moderno che porti benessere alla Romagna.

Il 18 dicembre presenteremo pubblicamente questo studio commissionato a Nomisma sulle possibilità di sviluppo del nostro porto. Auspico fortemente che, anche attraverso questo qualificato contributo che Confindustria metterà a disposizione, per il nostro porto si apra presto un capitolo nuovo".



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