Porti
ravenna
17 dicembre 2015
La Cgil: "Il governo decida sulla governance dei porti"
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17 dicembre 2015 - ravenna - Le voci che si stanno rincorrendo, a proposito di un nuovo cambiamento
di opinione del premier Renzi sulla riforma della governance della portualità italiana, delineano uno scenario pericoloso per il futuro dello scalo marittimo ravennate. Anche in questo caso non abbiamo bisogno dell'ennesimo conflitto istituzionale, ma di un'idea concreta e condivisa per riformare la portualità italiana e renderla adeguata alle sfide che i nuovi mercati e i competitori mettono in campo.
Si era raggiunta un'intesa importante che vedeva la condivisione unanime sia della Commissione Trasporti della Camera che dei vari soggetti coinvolti e che, tra l'altro, recuperava l'autonomia e la continuità dell'Autorità Portuale di Ravenna, oltre che di altre 13 sedi, riducendo così notevolmente il numero delle Autorità Portuali da 24 a 14.
“La continuità di Ravenna quale sede di Autorità era ed è motivata dall'oggettivo quantitativo di merci movimentate e dal potenziale sviluppo del nostro scalo - commentano Costantino Ricci e Danilo Morini, rispettivamente segretario provinciale della Cgil e segretario provinciale della Filt Cgil -. Qualora si affermassero altre scelte, che non auspichiamo, richiamiamo tutti i soggetti coinvolti, a partire dalle istituzioni e dalla politica del territorio, a mettere in atto
ogni azione utile a garantire il mantenimento delle risorse a suo tempo assegnate per il progetto di escavo, nonché per attuare la sua rapida realizzazione”.
Occorre mantenere al centro della discussione lo sviluppo economico e occupazionale e garantire gli indifferibili interventi di approfondimento del canale e di realizzazione delle nuove banchine, senza i quali il nostro scalo portuale perderà inevitabilmente competitività e traffici mettendo in pericolo l'occupazione e lo sviluppo di un'area che va ben oltre i confini della regione.
Naturalmente il mantenimento della sede di Autorità Portuale darebbe
una maggior garanzia in questa direzione riconoscendo il ruolo raggiunto dal nostro porto.
“A nessuno può essere concesso di giocare sulla pelle e sul futuro dei lavoratori portuali e sullo sviluppo occupazionale ed economico - concludono Ricci e Morini -. Cgil e Filt ribadiscono la necessità che la riforma parta da una scelta condivisa e che quanto si definirà garantisca di fare rapidamente il necessario per il nostro porto, lo sviluppo, l'occupazione e l'economia del territorio. Il progetto di intervento e di escavi deve trovare rapida attuazione, nel rispetto delle norme e con la convergenza di tutte le realtà coinvolte”.
© copyright Porto Ravenna News
di opinione del premier Renzi sulla riforma della governance della portualità italiana, delineano uno scenario pericoloso per il futuro dello scalo marittimo ravennate. Anche in questo caso non abbiamo bisogno dell'ennesimo conflitto istituzionale, ma di un'idea concreta e condivisa per riformare la portualità italiana e renderla adeguata alle sfide che i nuovi mercati e i competitori mettono in campo.
Si era raggiunta un'intesa importante che vedeva la condivisione unanime sia della Commissione Trasporti della Camera che dei vari soggetti coinvolti e che, tra l'altro, recuperava l'autonomia e la continuità dell'Autorità Portuale di Ravenna, oltre che di altre 13 sedi, riducendo così notevolmente il numero delle Autorità Portuali da 24 a 14.
“La continuità di Ravenna quale sede di Autorità era ed è motivata dall'oggettivo quantitativo di merci movimentate e dal potenziale sviluppo del nostro scalo - commentano Costantino Ricci e Danilo Morini, rispettivamente segretario provinciale della Cgil e segretario provinciale della Filt Cgil -. Qualora si affermassero altre scelte, che non auspichiamo, richiamiamo tutti i soggetti coinvolti, a partire dalle istituzioni e dalla politica del territorio, a mettere in atto
ogni azione utile a garantire il mantenimento delle risorse a suo tempo assegnate per il progetto di escavo, nonché per attuare la sua rapida realizzazione”.
Occorre mantenere al centro della discussione lo sviluppo economico e occupazionale e garantire gli indifferibili interventi di approfondimento del canale e di realizzazione delle nuove banchine, senza i quali il nostro scalo portuale perderà inevitabilmente competitività e traffici mettendo in pericolo l'occupazione e lo sviluppo di un'area che va ben oltre i confini della regione.
Naturalmente il mantenimento della sede di Autorità Portuale darebbe
una maggior garanzia in questa direzione riconoscendo il ruolo raggiunto dal nostro porto.
“A nessuno può essere concesso di giocare sulla pelle e sul futuro dei lavoratori portuali e sullo sviluppo occupazionale ed economico - concludono Ricci e Morini -. Cgil e Filt ribadiscono la necessità che la riforma parta da una scelta condivisa e che quanto si definirà garantisca di fare rapidamente il necessario per il nostro porto, lo sviluppo, l'occupazione e l'economia del territorio. Il progetto di intervento e di escavi deve trovare rapida attuazione, nel rispetto delle norme e con la convergenza di tutte le realtà coinvolte”.
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