sicurezza e cambiamento

Energia

ravenna 28 gennaio 2016

Offshore, situazione grave

Anche la Hydro Drilling mette in 'cassa' 106 dipendenti

28 gennaio 2016 - ravenna - Nuova riunione questa mattina del Roca, l’associazione delle aziende ravennati che operano nel settore offshore. L’incontro, presieduto da Renzo Righini, ha visto la partecipazione di imprese del settore, associazioni di categoria, sindacati, del vice sindaco Giannantonio Mingozzi e dell’assessore alle Attività produttive, Massimo Camelliani. 
Sempre alta la preoccupazione per le scelte del governo che impediscono ogni attività di ricerca e estrazione di idrocarburi. L’ultima azienda a ricorrere alla cassa integrazione, è stata la Hydro Drilling Srl, che ha sede alle Bassette. L’azienda era uno dei maggiori contrattisti di perforazione petrolifera e geotermica del panorama Italiano. Ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali per 106 dipendenti, praticamente tutti quelli presenti nella sede ravennate.

Lo stillicidio dei posti di lavoro persi è incredibile: si è scesi dal 6700 del giugno 2015 ai 5800 di fine anno, con una perdita di 900 posti di lavoro, pari al 13%. Le previsioni per la primavera è di scendere a 4250 con una perdita secca dell’occupazione del 27%.

A capofitto anche il fatturato del settore offshore ravennate: dai 2 miliardi di euro di pochi anni fa a neanche 800 milioni di quest’anno.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica e il governo sulle difficoltà delle imprese del settore e sulla perdita dei posti di lavoro, si stanno svolgendo riunioni per promuovere incontri e iniziative.

Il 12 febbraio l’assessore Camelliani, le aziende e le associazioni di categoria saranno dall’assessore regionale Palma Costi per presentare la situazione. La Regione, dopo essersi schierata contro il referendum sulle attività estrattive, intende sostenere la protesta dell’offshore ravennate che chiede al governo di adottare provvedimenti che consentano l’attività di manutenzione degli impianti entro le 12 miglia, la ricerca e l’estrazione oltre le 12 miglia. L’Italia è l’unico Paese dove è vietata qualunque attività legata alla produzione di energia.

Il Roca e le aziende stanno preparando per marzo una manifestazione – che vedrà assieme imprenditori e dipendenti - davanti a Palazzo Chigi, per poi essere ricevuti dal ministro Federica Guidi.

Se non si adottano provvedimenti tempestivi, si perderà un patrimonio di professionalità considerato una eccellenza internazionale, oltre che migliaia di posti di lavoro.

"Le dichiarazioni del premier Matteo Renzi sul referendum che potrebbe bloccare le estrazioni di gas e petrolio off-shore in corso, producendo un effetto drammatico sull’occupazione, mi trovano d’accordo.Io sto con i lavoratori" commenta il consigliere regionale Pd, Gianni Bessi. 

"Penso che l’approccio dei promotori sia pericoloso perché ideologico e puntato a paventare pericoli per l’ambiente che non hanno riscontri scientifici. Invece sarebbe il momento di superare le contrapposizioni ideologiche, perché nessuno vuole mettere a repentaglio l’ambiente: la mia proposta è seguire l’esempio della Gran Bretagna e della Norvegia, nazioni ben più ‘ambientaliste’ della nostra, dove i governi sostengono il settore e l’occupazione. 

La mia proposta, che ritengo di buon senso, è di costruire una strategia energetica nazionale basata su tre pilastri: le rinnovabili, che rappresentano il futuro, l’efficientemente energetico e l'utilizzo del gas metano nazionale in questa fase di transizione, perché comunque passare dalle fonti fossili a quelle rinnovabili richiede risorse economiche ingenti".


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