Porti
milano
13 settembre 2016
Le ripercussioni del crack della Hanjin
![Le ripercussioni del crack della Hanjin](/file/articoli/th/articoli_786.jpg)
13 settembre 2016 - milano - "È stimabile intorno ai 500 milioni di euro il valore della merce chiusa in contenitori destinati all' Italia della coreana Hanjin, che non è chiaro se, e dove, sbarcheranno. I numeri arrivano dagli spedizionieri italiani che guardano con preoccupazione al crack della compagnia asiatica. A fine agosto le banche creditrici del gruppo hanno bocciato il piano del management coreano per ripianare un buco da 4,5 miliardi di dollari accumulati nel solo 2015 da Hanjin. E hanno chiuso i rubinetti". E' quanto afferma l'edizione odierna del Sole 24 Ore.
Ripercussioni nei porti italiani molto pesanti.
Secondo il quotidiano "C' è chi valuta in 14 miliardi di dollari, a livello mondiale, il valore della merce a bordo dalle navi Hanjin. Ma il destino della coreana rischia di essere solo la punta di un iceberg. Perché la caduta del colosso apre la strada ad altri possibili default ma anche, secondo alcuni operatori, a rischi di tenuta dell' intera supply chain del trasporto marittimo".
"Il settore dei container da anni soffre per noli bassi e un alto numero di ordini di nuove navi (di dimensioni sempre più grandi), portato avanti soprattutto dai primi tre grandi gruppi al mondo: la danese Maersk, la italoginevrina Msc e la francese Cma-Cgm (che recentemente si è fusa con Apl). Le prime due hanno stretto l' alleanza 2M e stanno praticando politiche analoghe di espansione, dal punto di vista dimensionale, oltre che numerico, della flotta. Una strategia seguita anche da altri big dei container che, finora, ha portato a un abbassamento dei noli ma che, secondo alcuni analisti, ha l' obiettivo, a lungo termine, di far uscire dal mercato competitor non più in grado di reggere le condizioni di mercato. Hanjin sembra essere un esempio di quanto può ripetersi per altre compagnie".
© copyright Porto Ravenna News
Ripercussioni nei porti italiani molto pesanti.
Secondo il quotidiano "C' è chi valuta in 14 miliardi di dollari, a livello mondiale, il valore della merce a bordo dalle navi Hanjin. Ma il destino della coreana rischia di essere solo la punta di un iceberg. Perché la caduta del colosso apre la strada ad altri possibili default ma anche, secondo alcuni operatori, a rischi di tenuta dell' intera supply chain del trasporto marittimo".
"Il settore dei container da anni soffre per noli bassi e un alto numero di ordini di nuove navi (di dimensioni sempre più grandi), portato avanti soprattutto dai primi tre grandi gruppi al mondo: la danese Maersk, la italoginevrina Msc e la francese Cma-Cgm (che recentemente si è fusa con Apl). Le prime due hanno stretto l' alleanza 2M e stanno praticando politiche analoghe di espansione, dal punto di vista dimensionale, oltre che numerico, della flotta. Una strategia seguita anche da altri big dei container che, finora, ha portato a un abbassamento dei noli ma che, secondo alcuni analisti, ha l' obiettivo, a lungo termine, di far uscire dal mercato competitor non più in grado di reggere le condizioni di mercato. Hanjin sembra essere un esempio di quanto può ripetersi per altre compagnie".
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