Porti
ravenna
14 dicembre 2016
"Largo Trattaroli non può essere solo magazzini"
![Largo Trattaroli non può essere solo magazzini](/file/articoli/th/articoli_847.jpg)
14 dicembre 2016 - ravenna - Intervenendo nella seduta del Consiglio comunale di Ravenna, il sindaco Michele De Pascale, si è pronunciato sui lavori di escavo dei fondali portuali. Il primo cittadino ha spiegato che fin qui è stato
"sottovalutato il peso e il ruolo dell'impianto dei trattamenti
di sedimenti. Puo' invece dare un contributo fondamentale".
Per i fanghi sono poi utilizzabili le aree Logistica 1 e 2 e c'è la disponibilità ad analizzarne altre, oltre a quanto va a mare e nelle cave. Ma il senso è che "non possiamo permetterci di decidere la profondità e poi trovare le soluzioni per i sedimenti. Il nostro dovere è invertito". Prima occorre capire "il massimo di sedimenti che possiamo ospitare con certezza" e poi arrivare al livello di fondale relativo.
De Pascale vede " un'apertura di credito da parte dell'opposizione verso il neo presidente dell'Autorità di sistema, Daniele Rossi. E' un fatto positivo". Con l'anno nuovo ci sarà un consiglio comunale straordinario con la sua presenza.
"Non ha esperienze politiche alle spalle e segue una tradizione di profili tecnici anomala rispetto altre Autorita' portuali italiane", aggiunge il sindaco. La "discontinuita'" che ora serve, prosegue, e' quella tra fare e non fare. "Il resto è teatrino della politica". La passata Ap ha messo in campo un progetto ambizioso con un'"alta quantità di espropri, il trasferimento dei sedimenti dalle casse di colmata su altri terreni e nuove casse". Con un "esborso molto significativo per l'acquisizione di nuove aree".
Per quanto riguarda infine Sapir, l'area della penisola Trattaroli, "la più pregiata del porto, deve essere sede di sviluppo, non un magazzino". Per cui "nel piu' breve tempo possibile" occorre creare le condizioni per attrarre investimenti o con il trasferimento del terminal container o con altri progetti. "Molti hanno interesse a tenerla ferma - rimarca- ma di protezionismo si rischia di morire". Sulle altre casse si fa un ragionamento di svuotamento nell'attesa che la magistratura faccia il suo corso. Di certo, conclude, gli enti pubblici non devono piu' fare attività terminalista mentre una "piccola parte di aree deve avere una logica pubblicista e non privatista". Occorre "arrivare alla normalita': l'attivita' terminalista la fanno i privati e non i pubblici; e una quota di aree deve ragionare in ottica pubblicista".
© copyright Porto Ravenna News
Per i fanghi sono poi utilizzabili le aree Logistica 1 e 2 e c'è la disponibilità ad analizzarne altre, oltre a quanto va a mare e nelle cave. Ma il senso è che "non possiamo permetterci di decidere la profondità e poi trovare le soluzioni per i sedimenti. Il nostro dovere è invertito". Prima occorre capire "il massimo di sedimenti che possiamo ospitare con certezza" e poi arrivare al livello di fondale relativo.
De Pascale vede " un'apertura di credito da parte dell'opposizione verso il neo presidente dell'Autorità di sistema, Daniele Rossi. E' un fatto positivo". Con l'anno nuovo ci sarà un consiglio comunale straordinario con la sua presenza.
"Non ha esperienze politiche alle spalle e segue una tradizione di profili tecnici anomala rispetto altre Autorita' portuali italiane", aggiunge il sindaco. La "discontinuita'" che ora serve, prosegue, e' quella tra fare e non fare. "Il resto è teatrino della politica". La passata Ap ha messo in campo un progetto ambizioso con un'"alta quantità di espropri, il trasferimento dei sedimenti dalle casse di colmata su altri terreni e nuove casse". Con un "esborso molto significativo per l'acquisizione di nuove aree".
Per quanto riguarda infine Sapir, l'area della penisola Trattaroli, "la più pregiata del porto, deve essere sede di sviluppo, non un magazzino". Per cui "nel piu' breve tempo possibile" occorre creare le condizioni per attrarre investimenti o con il trasferimento del terminal container o con altri progetti. "Molti hanno interesse a tenerla ferma - rimarca- ma di protezionismo si rischia di morire". Sulle altre casse si fa un ragionamento di svuotamento nell'attesa che la magistratura faccia il suo corso. Di certo, conclude, gli enti pubblici non devono piu' fare attività terminalista mentre una "piccola parte di aree deve avere una logica pubblicista e non privatista". Occorre "arrivare alla normalita': l'attivita' terminalista la fanno i privati e non i pubblici; e una quota di aree deve ragionare in ottica pubblicista".
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