Interviste
Licciardi (Anacer). Con l’apertura dei corridoi marittimi riprenderanno gli sbarchi di cereali ucraini

Lo abbiamo chiesto a Carlo Licciardi, presidente di Anacer, l’associazione nazionale dei cerealisti.
“È certamente una notizia importante, perché si sblocca uno dei principali bacini produttivi europei alle prese con la guerra e in un momento in cui la siccità concorre a limitare i raccolti di mais in Italia e in altri Paesi dell’Europa centrale”.
Anche il porto di Ravenna sarà interessato dalla ripartenza dell’export cerealicolo ucraino?
“Non immediatamente, ma nel medio termine sicuramente. I trasporti ferroviari hanno una forte limitazione tecnica per la incompatibilità delle linee ucraine e di quelle esterne. Quindi, è fuori discussione che arriveranno navi di cereali anche a Ravenna. Teniamo conto che la siccità sta provocando un calo produttivo del mais e quindi la mancata raccolta dovrà essere compensata da un maggior import”.
Prima dello sblocco dei corridoi marittimi, come vi siete regolati?
“Il conflitto in Ucraina stava impedendo a 25 milioni di tonnellate di cereali di venire immesse sul mercato internazionale, con forti impatti economici, a partire dal rialzo dei prezzi, e sociali soprattutto nel continente africano. Con il blocco dei mercati ucraino e russo, dai quali comunque l’Italia non è dipendente, abbiamo aumentato le importazioni da Francia, Germania, Ungheria e Romania. Così hanno dovuto fare anche altri Paesi, che prima non si rifornivano qui, alimentando il rialzo dei prezzi dei cereali ed è impossibile dire quando assisteremo a un calo".
In generale com’è il quadro dei raccolti?
“Per grano e orzo non ci sono elementi negativi, perché non temono l’assenza di acqua. Sono attesi grossissimi problemi, invece, sui raccolti di mais, girasole e soia per via della mancanza di piogge che persiste da mesi e per le quali le previsioni non lasciano spazio all’ottimismo. Questo per l’Italia, ma anche per l’Europa centrale. La siccità andrà a danneggiare anche i raccolti che si stanno sviluppando ora e, quindi, la situazione di crisi perdurerà”.
Verso quali mercati vi orienterete?
“Sicuramente verso l'Ucraina e il Brasile. È fondamentale che i corridoi per le navi cerealicole funzionino, anche se mi sorgono dei dubbi sulla capacità dei terminal ucraini: quanto sono stati danneggiati dalle bombe? Quanto tempo impiegheranno per essere operativi come prima del conflitto? Sicuramente dovremo aumentare l’import dal Brasile, sia per il mais che per i semi di soia. Navi che anche in questo caso scaleranno Ravenna”.
E per quanto riguarda i mercati americani?
I raccolti si stanno sviluppando adesso. C’è qualche timore per la siccità, che sembra in aumento. Per ora si stanno sviluppando bene”.
© copyright Porto Ravenna News
Interviste ed Eventi


interviste / Cozza (Cisl): «Dal porto di Ravenna 1 miliardo annuo allo Stato Ma alla carenza di organico della Dogana non pensano»


Cozza (Cisl): «Dal porto di Ravenna 1 miliardo annuo allo Stato Ma alla carenza di organico della Dogana non pensano»

