Interviste
roma
11 luglio 2014
Serracchiani (PD): “Autonomia finanziaria alle AP”
11 luglio 2014 - roma - Sui lavori parlamentari in corso per la riforma della portualità, abbiamo fatto il punto con Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli e responsabile nazionale per il Pd di infrastrutture e trasporti.
Il decreto doveva essere pronto per giugno, poi è slittato al 13 luglio. Slitterà ancora?
“Le riforme, se vogliono essere sistemiche, devono essere ad ampio raggio. Alcuni punti hanno la necessità di essere approfonditi per trovare un’ampia condivisione tra le forze della maggioranza. Per metà luglio dovremmo aver superato tutte le criticità”.
Su quali punti non si trova l'intesa?
“Sulla maggior parte del provvedimento abbiamo trovato un punto di equilibrio. Rimangono perplessità su alcune parti non marginali e sono convinta che ulteriori due settimane serviranno per completare l’elaborazione di una riforma della portualità che ormai è diventata una necessità, un obbligo rispetto ad un sistema che deve crescere a favore dell’intero Paese”.
Sul numero e l'accorpamento delle Autorità portuale stanno emergendo orientamenti precisi?
“Il numero non è fondamentale per la riforma. I punti chiave sono la razionalizzazione, la visione nazionale in un’ottica europea, la semplificazione e l’integrazione. Stabiliremo un criterio per riconoscere i porti strategici, rivedendo anche governance e competenze delle Autorità portuali. Importante è chiarire che le legittime esigenze interne devono rispettare quelle dell’Europa e dei relativi corridoi”.
Le Autorità portuali avranno una loro autonomia finanziaria?
“Ritengo necessario incrementare l'autonomia finanziaria delle Autorità portuali strategiche. Dobbiamo comprendere che il pieno riconoscimento ed esercizio della loro autonomia, sia finanziaria sia gestionale, è una condizione irrinunciabile, una pre-condizione, affinché gli organismi economici e i loro management, anche pubblici, possano essere poi valutati”.
© copyright Porto Ravenna News
Il decreto doveva essere pronto per giugno, poi è slittato al 13 luglio. Slitterà ancora?
“Le riforme, se vogliono essere sistemiche, devono essere ad ampio raggio. Alcuni punti hanno la necessità di essere approfonditi per trovare un’ampia condivisione tra le forze della maggioranza. Per metà luglio dovremmo aver superato tutte le criticità”.
Su quali punti non si trova l'intesa?
“Sulla maggior parte del provvedimento abbiamo trovato un punto di equilibrio. Rimangono perplessità su alcune parti non marginali e sono convinta che ulteriori due settimane serviranno per completare l’elaborazione di una riforma della portualità che ormai è diventata una necessità, un obbligo rispetto ad un sistema che deve crescere a favore dell’intero Paese”.
Sul numero e l'accorpamento delle Autorità portuale stanno emergendo orientamenti precisi?
“Il numero non è fondamentale per la riforma. I punti chiave sono la razionalizzazione, la visione nazionale in un’ottica europea, la semplificazione e l’integrazione. Stabiliremo un criterio per riconoscere i porti strategici, rivedendo anche governance e competenze delle Autorità portuali. Importante è chiarire che le legittime esigenze interne devono rispettare quelle dell’Europa e dei relativi corridoi”.
Le Autorità portuali avranno una loro autonomia finanziaria?
“Ritengo necessario incrementare l'autonomia finanziaria delle Autorità portuali strategiche. Dobbiamo comprendere che il pieno riconoscimento ed esercizio della loro autonomia, sia finanziaria sia gestionale, è una condizione irrinunciabile, una pre-condizione, affinché gli organismi economici e i loro management, anche pubblici, possano essere poi valutati”.
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