Armatori, Cantieri
roma
19 novembre 2020
"Recovery fund, grande attenzione del governo per lo shipping"
2 miliardi per i traghetti. Lo ha sottolineato Stefano Messina, presidente di Assarmatori, all'assemblea
19 novembre 2020 - roma - Il presidente di Assarmatori, Stefano Messina, ha aperto questa mattina l'assemblea in streaming dell'associazione, interrotta poi per problemi tecnici e rinviata.
"Sul recovery fund il settore dello shipping ha avuto una grande attenzione dal governo che ha riconosciuto il trasporto marittimo come un'infrastruttura essenziale. Stanziamenti degni di un vero e proprio piano Marshall per la flotta e ampliamento del regime del Registro internazionale navi rappresentano la grande doppia occasione per lo sviluppo del settore".
I numeri dicono che dei 209 miliardi totali che spetterebbero all'Italia, una grossa fetta va proprio al settore marittimo: 2 miliardi per rinnovare e rendere green le flotte dei traghetti che collegano le isole minori (500 milioni) e maggiori (1,5 miliardi), oltre 1 miliardo per lo sviluppo del cold ironing, l'elettrificazione delle banchine nei porti, e 3 miliardi per lo sviluppo della mobilità a idrogeno. Del resto il settore mette in pista 50 linee regolari per le isole minori e 24 per le isole maggiori e secondo una analisi affidata da Assarmatori a Nomisma, ogni euro investito nel trasporto marittimo ne genera altri 3 nell'economia nazionale e un posto di lavoro creato nello shipping ne attiva 4 nelle aree contigue.
Sul Registro internazionale italiano delle navi, Assarmatori, in contrasto con Confitarma, chiede che gli sgravi contributivi sul costo del lavoro siano allargati anche alle navi di armatori europei e battenti bandiere dell'Unione. "Oggi l'unica possibilità di crescita dell'occupazione marittima italiana è legata alla possibilità dei nostri marittimi di lavorare sulle navi armate dalle imprese europee e battenti bandiere dell'Unione - sottolinea Messina -. La Commissione Europea lo chiede e siamo convinti che questa modifica dell'impianto normativo porterà grandi sviluppi dell'occupazione".
© copyright Porto Ravenna News
"Sul recovery fund il settore dello shipping ha avuto una grande attenzione dal governo che ha riconosciuto il trasporto marittimo come un'infrastruttura essenziale. Stanziamenti degni di un vero e proprio piano Marshall per la flotta e ampliamento del regime del Registro internazionale navi rappresentano la grande doppia occasione per lo sviluppo del settore".
I numeri dicono che dei 209 miliardi totali che spetterebbero all'Italia, una grossa fetta va proprio al settore marittimo: 2 miliardi per rinnovare e rendere green le flotte dei traghetti che collegano le isole minori (500 milioni) e maggiori (1,5 miliardi), oltre 1 miliardo per lo sviluppo del cold ironing, l'elettrificazione delle banchine nei porti, e 3 miliardi per lo sviluppo della mobilità a idrogeno. Del resto il settore mette in pista 50 linee regolari per le isole minori e 24 per le isole maggiori e secondo una analisi affidata da Assarmatori a Nomisma, ogni euro investito nel trasporto marittimo ne genera altri 3 nell'economia nazionale e un posto di lavoro creato nello shipping ne attiva 4 nelle aree contigue.
Sul Registro internazionale italiano delle navi, Assarmatori, in contrasto con Confitarma, chiede che gli sgravi contributivi sul costo del lavoro siano allargati anche alle navi di armatori europei e battenti bandiere dell'Unione. "Oggi l'unica possibilità di crescita dell'occupazione marittima italiana è legata alla possibilità dei nostri marittimi di lavorare sulle navi armate dalle imprese europee e battenti bandiere dell'Unione - sottolinea Messina -. La Commissione Europea lo chiede e siamo convinti che questa modifica dell'impianto normativo porterà grandi sviluppi dell'occupazione".
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