Trasporti, Logistica
roma
20 agosto 2018
Italia-Cina: il baratto tra Btp e porti
Il governo intenzionato a proporre Trieste come terminale della Via della Seta
20 agosto 2018 - roma - A fine agosto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, volerà a Pechino per incontrare le autorità cinesi. I contenuti degli incontri, soprattutto con il governo di Pechino, oltre che con i privati, verterà su una sorta di ‘scambio’: acquisto di titolo del debito pubblico italiano da parte dello Stato cinese in cambio di basi logistiche legate ai traffici della Via della Seta.
Come è noto, da fine anno la Banca centrale europea rallenterà di parecchio l’acquisto del debito italiano. Il governo Conte deve correre ai ripari perché, per assicurare il funzionamento dello Stato, nel 2019 serviranno 257 miliardi solo in nuovi titoli di debito a medio e lungo termine.
Il governo cinese chiederà così al ministro Tria un coinvolgimento nella Belt and Road Initiative, il progetto di infrastrutture lungo le rotte commerciali globali della corazzata cinese. In Italia interessano molto i porti del Sud e Trieste come approdi in Europa per i mercantili in arrivo dalla Cina meridionale, attraverso l’Oceano Indiano e Suez.
Il sottosegretario allo Sviluppo Michele Geraci (forte anche del fatto che vive a Shanghai da dieci anni) guiderà una delegazione più prettamente finanziaria e un porto da proporre ai cine ce l’ha: Trieste.
“La Cina – ha spiegato Geraci in una recente dichiarazione - cerca un porto nell’Adriatico del Nord, per raggiungere l’Europa con le sue merci: il più a Nord possibile, perché muoversi per via d’acqua costa meno che muoversi per via terra. Trieste sarebbe la soluzione migliore: investimenti cinesi per ampliarne la capacità, anche logistica. La posizione della città è ottima per loro: non tanto perché è in Italia, ma perché è sul confine, ha connettività con l’Europa dell’Est e del Nord. Vorremmo dire ai cinesi dove investire. Non come in passato quando si parlava di tante ipotesi, generiche, per i porti. Il loro interesse si concentra su Trieste. Per noi è un’opportunità”.
© copyright Porto Ravenna News
Come è noto, da fine anno la Banca centrale europea rallenterà di parecchio l’acquisto del debito italiano. Il governo Conte deve correre ai ripari perché, per assicurare il funzionamento dello Stato, nel 2019 serviranno 257 miliardi solo in nuovi titoli di debito a medio e lungo termine.
Il governo cinese chiederà così al ministro Tria un coinvolgimento nella Belt and Road Initiative, il progetto di infrastrutture lungo le rotte commerciali globali della corazzata cinese. In Italia interessano molto i porti del Sud e Trieste come approdi in Europa per i mercantili in arrivo dalla Cina meridionale, attraverso l’Oceano Indiano e Suez.
Il sottosegretario allo Sviluppo Michele Geraci (forte anche del fatto che vive a Shanghai da dieci anni) guiderà una delegazione più prettamente finanziaria e un porto da proporre ai cine ce l’ha: Trieste.
“La Cina – ha spiegato Geraci in una recente dichiarazione - cerca un porto nell’Adriatico del Nord, per raggiungere l’Europa con le sue merci: il più a Nord possibile, perché muoversi per via d’acqua costa meno che muoversi per via terra. Trieste sarebbe la soluzione migliore: investimenti cinesi per ampliarne la capacità, anche logistica. La posizione della città è ottima per loro: non tanto perché è in Italia, ma perché è sul confine, ha connettività con l’Europa dell’Est e del Nord. Vorremmo dire ai cinesi dove investire. Non come in passato quando si parlava di tante ipotesi, generiche, per i porti. Il loro interesse si concentra su Trieste. Per noi è un’opportunità”.
© copyright Porto Ravenna News