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Trasporti, Logistica

milano 05 agosto 2020

Recovery Fund, le prioprità di Fedespedi

Tre punti chiave: digitalizzazione, connettività e sostenibilità

05 agosto 2020 - milano - I pilastri del Recovery Fund secondo Fedespedi
Milano - Fedespedi, la federazione nazionale delle Imprese delle spedizioni internazionali, indica le priorità per il programma di spesa che l’Italia dovrà presentare in Europa entro il 15 ottobre: digitalizzazione, connettività e sostenibilità: “I tempi sono stretti - commenta il presidente di Fedespedi, Silvia Moretto - ma siamo davanti a una grande opportunità".

Fedespedi, la federazione nazionale delle Imprese delle spedizioni internazionali, indica le priorità per il programma di spesa che l’Italia dovrà presentare in Europa entro il 15 ottobre: digitalizzazione, connettività e sostenibilità: “I tempi sono stretti - commenta il presidente di Fedespedi, Silvia Moretto - ma siamo davanti a una grande opportunità. Occorre essere concreti e portare avanti istanze che possano giovare alle imprese di spedizioni e a tutti i comparti della catena logistica con ricadute positive per il Paese. Sappiamo infatti che alla logistica si deve il 9% del prodotto interno lordo del Paese, ed è il motore del nostro sistema di importazioni ed esportazioni.

I temi della digitalizzazione, connettività e sostenibilità sono i dossier su cui siamo impegnati da tempo, coerenti con le aree di intervento tracciate dalla Commissione europea e che promuoviamo insieme alla nostra Confederazione generale italiana dei Trasporti e della logistica, la Confetra. Digitalizzazione è la grande sfida che il coronavirus ha reso ancora più vicina: snellire i processi e rendere disponibili documentazioni da remoto è stato indispensabile nei mesi delle chiusure forzate ma deve diventare la prassi. Le imprese di spedizioni sono gravate da innumerevoli adempimenti burocratici. Uno scambio documentale snello con gli altri operatori e con le autorità pubbliche di interfaccia ci farebbe guadagnare in termini di efficienza e servizio reso alla clientela.

Naturalmente perché ciò sia possibile occorre avere un sistema di connessioni adatto e in questo senso i fondi europei possano fare la differenza. Durante i mesi di stop, il lavoro e lo scambio di informazioni da remoto sono stati improvvisati, questo è il momento invece di pianificare e garantire formazione, strumenti e reti adeguate. Il tema delle connessioni è cruciale anche dal punto di vista infrastrutturale - aggiunge Moretto.

Quelle italiane non sono all’altezza. Il piano del ministero delle Infrastrutture Italia Veloce contiene le opere di realizzazione necessaria e urgente, e si muove dunque nella giusta direzione. Bisogna però spingere sui tempi di esecuzione, evitando la stasi nella fase della concretizzazione che caratterizza purtroppo la progettualità italiana.

Con un sistema di connessione tra gli snodi logistici del Paese all’avanguardia possiamo garantire infatti che le merci in export partano dai nostri porti e aeroporti, evitando trasferimenti su strada verso il Nord Europa. Questo ci permette anche di liberare le arterie stradali e snellire il traffico su gomma che pone problemi in termini di sicurezza e impatto ambientale. Un programma di rilancio credibile non può, infatti, trascurare la sostenibilità. È un tema che ci tocca da vicino e che è leva di crescita e fattore di competitività ad alto potenziale per le imprese, se interpretato nella sua concretezza e non solo quale strategia di promozione commerciale. Dare alle imprese incentivi per progettare e realizzare soluzioni a basso impatto è dunque fondamentale nel nostro settore.

Il comparto logistico è responsabile di rifiuti - pensiamo ai costi del confenzionamento dei prodotti - e di emissioni derivanti dall’attività di trasporto. Un impatto ambientale consistente accentuato dal perseguimento della logica del just in time e dalla ricerca della convenienza a ogni costo. Il commercio digitale e la Rotta artica sono due esempi eclatanti che evidenziano la gravità della situazione e la brevità dell’orizzonte temporale in cui bisogna agire. Pensiamo quindi a interventi che permettano alle imprese di essere più sostenibili e di sensibilizzare anche la propria clientela attraverso l’ingresso di nuove competenze in azienda. Un altro dossier sul quale ci stiamo muovendo è infatti quello della formazione" conclude Moretto.

"È un altro dei temi di Progettiamo il Rilancio, il piano del Consiglio dei ministri che identifica le macro-aree al cui interno collocare le proposte per il Recovery Fund. È un tema che tiene insieme tutti gli altri: prevede il potenziamento della formazione tecnica che è vitale per il nostro settore e mira a adeguare le competenze alle necessità della società. Queste oggi non possono che essere digitalizzazione e sostenibilità nella consapevolezza che l’innovazione tecnologica può essere anche lo strumento attraverso cui implementare soluzioni a basso impatto ambientale”.


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