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Trasporti, Logistica

ravenna 25 novembre 2014

Via libera a 230 milioni di investimenti

Il Comitato portuale ha approvato il Bilancio di previsione e il Piano della logistica

25 novembre 2014 - ravenna - Il Comitato Portuale di Ravenna, presieduto da Galliano Di Marco, ha approvato il Bilancio previsionale 2015, con il relativo Programma triennale dei lavori dell’Autorità Portuale per gli anni 2015-2017, ed il Piano della logistica da inviare al Governo in base a quanto stabilito dallo Sblocca Italia.
Le delibere riguardanti questi temi recepiscono una serie di interventi infrastrutturali per oltre 230 milioni di euro di spese di investimento da impegnarsi nel prossimo anno.

Il Bilancio previsionale ed il Programma dei lavori che sono stati approvati dal Comitato Portuale, così come previsto dalla Legge, costituiscono "un piano reale, concreto che si basa su una programmazione che effettivamente corrisponde ad interventi che si andranno a realizzare nell’arco di tempo coperto dal Programma stesso" spiega l'Autorità portuale. Nella redazione del Bilancio previsionale 2015 l’Autorità Portuale si è ancora una volta impegnata – al netto degli interventi previsti in deroga alla relativa legge - nell’azione di contenimento della spesa corrente, riducendo, così come sempre fatto negli ultimi anni, le spese per consumi intermedi e concentrando le proprie risorse su interventi infrastrutturali e dunque, cercando di attuare appieno quel ruolo di volano dell’economia che è dimostrato un porto può esercitare in termini di reddito e di occupazione a livello di economia regionale e nazionale.

Al centro della discussione, ovviamente, vi è stato l’aggiornamento sul progetto di approfondimento del Canale - il Progettone - che non solo è l’unica opportunità che si ha di non compromettere gravemente la competitività dello scalo, rischiando di metterne in discussione l’attuale ruolo, ma appare sempre più chiaro essere anche la condizione essenziale per garantirne la futura sopravvivenza.

Proprio per questo, dopo la registrazione da parte della Corte dei Conti dei 60 milioni di Euro destinati dal CIPE al progetto “Hub portuale di Ravenna” e l’approvazione da parte della Banca Europea degli Investimenti di un finanziamento di 120 milioni di Euro, l’intero avanzo di Bilancio dell’Autorità Portuale, ammontante a circa 45 milioni di Euro, sarà destinato principalmente, a far partire, quanto prima, il lavoro delle draghe in porto.

“Dopo gli sforzi fatti, insieme a tutte le Istituzioni – dichiara il Presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, Galliano Di Marco - per trovare una soluzione al problema strutturale dell’allocazione dei materiali derivanti dall’escavo dei fondali, è stata avviata la procedura di esproprio delle aree, così come convenuto in seno al Comitato Portuale, che ha unanimemente accolto la proposta del Presidente dell’Autorità Portuale, rappresentando in tal modo, anche formalmente, l’unità di intenti della comunità portuale e delle istituzioni rappresentate nel Comitato stesso.

Il progettone è questione di vita o di morte per il Porto e, conseguentemente, per tutti i posti di lavoro che da esso traggono ragione di essere. Siamo pronti e determinati a puntare tutto, noi per primi, su questo obiettivo poiché siamo certi che sia la sola strada percorribile per garantire lo sviluppo del nostro scalo e creare nuove opportunità di occupazione in un territorio – quello ravennate ed emiliano romagnolo – che continua a perdere posti di lavoro.

Il contributo deliberato dal CIPE, a questo punto, è ancora più importante poiché non solo rappresenta il naturale completamento della copertura finanziaria che il progetto richiede, ma sancisce anche il formale riconoscimento da parte del Governo della strategicità e del valore della realizzazione di quest’opera per la ripresa economica del Paese. Non esiste altro modello di sviluppo diverso da quello che si basa su uomo e lavoro. Noi lavoriamo per questo e siamo soddisfatti degli incontri avuti con tutte le aziende e famiglie espropriate. Presto o tardi anche i professionisti dell’esposto e i guru della decrescita felice dovranno convenire che il progettone è una perfetta sintesi tra modello di sviluppo basato sul lavoro ed autentica difesa dell’ambiente”.



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