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Trasporti, Logistica

ravenna 08 dicembre 2013

Crisi dell’autotrasporto, come uscirne

Lo abbiamo chiesto a Gatta (Legacoop), Ventimiglia (Fita-Cna), De Murtas (Confartigianato)

08 dicembre 2013 - ravenna - “Non possiamo nasconderci – spiega Rudy Gatta, responsabile Trasporti di Legacoop Ravenna - che quello dei trasporti è uno dei settori che sta più risentendo delle difficoltà economiche. È ovvio che servano proposte e risposte adeguate: Legacoop pensa innanzitutto che il Governo debba costruire una politica nazionale dei trasporti, non frammentaria come è stato finora, ma che metta a sistema le modalità di movimentazione merci e la logistica.

“Vorrei sottolineare – aggiunge Gatta - che di fronte agli effetti della crisi, una delle risposte più efficaci è stata quella cooperativa: i nostri consorzi sono riusciti a essere un punto di riferimento per padroncini e artigiani, che costituiscono la parte più grande del settore. È però ovvio che si debbano verificare le condizioni per iniziare percorsi di aggregazione e razionalizzazione: la parcelizzazione, che privilegia la domanda di trasporto rispetto all’insieme dei servizi aggiuntivi, non ci permette di competere con gli operatori che propongono un servizio ‘tutto compreso’ e a costi più vantaggiosi. Un’ultima cosa: è necessario creare le condizioni che gli operatori competano all’interno di regole chiare e rispettate da tutti: la legalità come abbiamo ribadito nel convegno del 18 novembre, è una delle ‘infrastrutture’ necessarie allo sviluppo del trasporto e della logistica”.

“La tenuta economica delle imprese di autotrasporto – dice Franco Ventimiglia di Fita Cna - non può prescindere dalla necessità di stipulare Accordi nazionali di settore che regolino le varie fasi del trasporto, che permettano alle imprese dell’autotrasporto di competere fra loro in maniera seria e corretta, stabilendo modalità e tempi di attesa al carico e scarico, tempi di pagamento e ogni altra fase di esecuzione del trasporto, attraverso l’applicazione pratica nella forma del contratto scritto di trasporto.

In esso dovrà essere fissato un limite alla Subvezione, è necessario definire una norma che regoli la proporzione dei mezzi a disposizione dell’impresa di autotrasporto che stipula il contratto di trasporto, limitando la possibilità di affidare viaggi a terzi, come ad esempio previsto negli appalti pubblici nel limite al subappalto. La maggiore criticità che in questa fase affligge l’autotrasporto, non solo del nostro territorio, è la difficoltà di molte imprese committenti a rispettare i tempi di pagamento, eludendo le norme previste dalla legge. Se poi a questo rilevante problema si aggiunge che un numero sempre più elevato di imprese ricorre a procedure come il concordato in continuità o ad altre forme di liquidazione amministrativa”.

“Anche l’autotrasporto ravennate soffre dei gravi problemi che stanno penalizzando sensibilmente questo settore nel nostro paese. Principalmente – osserva Andrea De Murtas, responsabile del settore per Confartigianato - si possono ricondurre a due rilevanti incertezze: costi e finanziari, e quelli legati alle storture del mercato, ma è l’insieme che pone le aziende del comparto in una situazione di estrema difficoltà.

I problemi dei costi e finanziari che incidono pesantemente sull’autotrasporto ravennate sono dovuti ai rischi sui crediti e alla lunghezza dei pagamenti, ai costi in continua crescita quali il gasolio, alle difficoltà ad ottenere credito ed agli oneri finanziari che un’aziendadeve sostenere prima di riuscire ad incassare il dovuto. L’altro problema è quello della concorrenza “fuori mercato” dei vettori stranieri che, fuori dalle regole fiscali e contributive a cui sono soggette le aziende italiane, trovano facile “sponda” in quel tipo di committenza che cerca solo prezzi speculativi e manleve rispetto a norme e sicurezza. L’autotrasporto ravennate è in sofferenza come quello italiano che cerca di rispettare le regole.

La crisi sta colpendo tutti: committenti e vettori, è impensabile che una delle parti possa uscirne a scapito dell’altra; è un gradino fatto verso il basso, non verso l’alto.

Nel particolare i settori che, in questo momento, resistono meglio sono quelli dei trasporti maggiormente specializzati (container, liquidi, alimentari, pericolosi) mentre sono in maggiore difficoltà quelli legati al movimento terra per la completa inattività legata all’edilizia ed ai cantieri soprattutto di opere pubbliche”.



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